I precedenti contro Olbia, Recanatese, Vis Pesaro e Ancona invitano alla cautela: per vincere domani serve una prestazione gagliarda e determinata. La Fermana degli ex Mosconi e Mattoni deve a tutti i costi fare punti per sperare, l’Arezzo vede la possibilità della terza vittoria di fila, impresa mai riuscita in stagione. Possibile turn over in difesa e a centrocampo

Guai a fidarsi. Paolo Indiani lo ha spiegato a chiare lettere nell’intervista della vigilia e ha fatto benissimo. L’esperienza insegna che contro le squadre di fondo classifica, l’Arezzo ha penato il giusto in stagione: un punto su 6 contro l’Olbia e sconfitta sanguinosa in Sardegna, ko rotondo a Recanati, pareggio beffa subìto al 90′ a Pesaro, imbarcata ad Ancona. Ce n’è abbastanza per tenere la Fermana nella giusta considerazione, ricordando pure la vittoria per 3-2 dell’andata, guadagnata con tanta fatica e grazie soprattutto a un Guccione in vena di magie.

I marchigiani hanno numeri da brividi: una valanga di gol al passivo, difficoltà a buttarla dentro, allergia ai tre punti, distacco scomodo dall’Olbia ma soprattutto da quelle sopra (-8 dalla Recanatese, -11 dalla Vis Pesaro, -12 dall’Ancona). Considerando che mancano solo 6 giornate alla fine, l’impresa è disperata, anche perché va ridotta la forbice dal quint’ultimo posto: con più di 8 punti di margine, anche la penultima andrebbe giù direttamente, senza playout. Eppure Mosconi ci crede e fa bene. Ha troppa esperienza per pensare che i giochi siano fatti a 540 minuti dal termine. Molto può succedere ancora, specie in un torneo equilibrato e pieno di sorprese come questo. Lui, l’alfiere del “grinta e fame”, il motto che caratterizzò l’avvio del quinquennio cosmiano in amaranto, darà battaglia fino alla fine. Sperando che la buona sorte gli dia una mano.

L’Arezzo dal canto suo è in salute. La squadra corre, ha fiducia, è cresciuta sul piano della personalità e nella lettura delle partite. Poi ci sono dettagli tecnici che stanno spostando gli equilibri: i calci piazzati sono diventati un’arma micidiale, Guccione è ispirato come non mai e fa girare tutta la squadra, la fase difensiva è più solida. Domani quindi il pronostico sarà dalla parte di qua, anche se un atteggiamento incauto e superficiale potrebbe rovinare tutto.

Non è detto che rigiochino gli stessi di Pineto. Indiani l’ha fatto capire in conferenza stampa, un minimo di turn over ci sarà sempre a prescindere dalle condizioni fisiche dei singoli e dal calendario delle gare: è un modo per tenere tutti sul pezzo, per pungolare il gruppo, per stimolare l’intensità degli allenamenti. Difficile pensare che i quattro davanti (Pattarello, Guccione, Gaddini, Gucci) non partano dal primo minuto, quindi qualche variazione è prevedibile in difesa e a metà campo.

Per Andrea Mosconi e il suo vice Maurizio Mattoni, protagonisti della promozione del 1996, amati e ricordati con grande affetto ancora oggi, sarà un pomeriggio di grandi emozioni, sperimentato in prima persona nella serata organizzata a dicembre da Orgoglio Amaranto, in cui non mancarono dolci ricordi, aneddoti e nostalgia; per l’Arezzo un possibile trampolino verso la terza vittoria di fila, impresa che in stagione non è mai riuscita e che, visto lo scontro diretto Pescara-Pontedera, schiuderebbe nuovi orizzonti per il finale di stagione.