La prima vittoria del 2025 è anche la terza consecutiva in trasferta, tutte senza gol al passivo. Troppo largo il gap con il Legnago per considerare il test attendibile fino in fondo, anche se il 3-0, se preso per il verso giusto, può essere un buon ricostituente, un’iniezione di fiducia che rasserena e scrolla via un po’ di ruggine. Ma, come ha detto Troise, stop agli errori: ora occorre stabilità. Settembrini e Guccione protagonisti

COLPACCIO – La prima vittoria del 2025 è anche la terza consecutiva in trasferta, tutte senza gol al passivo. Dopo gli 1-0 di rigore a Lucca e Campobasso, è arrivato il 3-0 di Legnago. Un punteggio largo che in esterna non capitava dall’impresa dell’Ardenza del marzo 2023. Ma era serie D. Sotto questo aspetto l’Arezzo ha invertito il trend: prima di Lucca, la squadra aveva perso a Carpi, pareggiato a Solbiate con il Milan Futuro e perso di nuovo a Perugia. Adesso il vento è cambiato, anche se è cambiato pure in casa, dove gli amaranto ne hanno vinta una nelle ultime quattro. Il girone di ritorno darà risposte definitive.

MANIFESTA SUPERIORITA’ – Tornando a ieri. Troppo largo il gap tra le due squadre per considerare il test attendibile fino in fondo. L’Arezzo ha avuto il merito, perché di merito si tratta, di aggredire subito la partita, incanalarla e azzerare le velleità del Legnago. Poi, già dopo il gol di Gigli, si è capito che non ci sarebbe più stata storia. Questo 3-0, se preso per il verso giusto, può essere un buon ricostituente, un’iniezione di fiducia che rasserena e scrolla via un po’ di ruggine. Ma va metabolizzato per quello che è: un risultato ottenuto contro un avversario fragile dietro, evanescente in mezzo al campo e sterile in attacco, quasi rassegnato al suo destino. E venerdì c’è Sestri Levante-Legnago.

mister Troise in panchina a Legnago

CORSI E RICORSI – Giova ricordare che quando le due squadre si erano incrociate l’ultima volta (e unica), chi masticava il sapore amaro di una possibile retrocessione era proprio l’Arezzo. Cosa che poi avvenne. La ruota gira, il calcio è crudele e per una volta la spada di Damocle sulla testa ce l’hanno gli avversari. E così sia.

TESTA BASSA E PEDALARE – Vincere, in ogni caso, è sempre salutare. E segnare 3 gol in trasferta, idem. Il tempo e il campo diranno se quello di ieri, nella centesima di Pattarello e nella prima di Capello in amaranto, sarà stato un fuoco fatuo oppure no. L’Arezzo ha bisogno di continuità di risultati e ancor prima di continuità di prestazioni, dettaglio su cui si sofferma costantemente Troise: nel post gara di ieri ha sottolineato come i cali di concentrazione, specie in fase difensiva, rendano la squadra vulnerabile. Sono mancanze che vanno chiuse in un cassetto il prima possibile, altrimenti sarà sempre altalena.

TOP PLAYER – Tre nomi su tutti dopo il tris di Legnago. Uno. Settembrini, finalmente partecipe a pieno titolo, mobile e con un assist gioiello, titolare dopo oltre due mesi: dopo il triplice fischio aveva stampato in faccia il sorriso di chi ha ritrovato un posto dentro il pullman. Due. Guccione, il fantasista che dà un senso al gioco, senza nessuno che lo francobollasse da vicino e anche per questo protagonista assoluto con classe e un gol bellissimo: meno scazzi con gli arbitri, più giocate e tutto cambia. Tre. Gigli, primo difensore a segnare in campionato: un gol pesante come sono tutti quelli che schiodano lo 0-0, premio a un momento personale felice.