l'esultanza di Chierico dopo il 2-1

Il gol preso, Trombini a sedere, le polemiche sugli abbonati, il colpo del ko che non è arrivato, una birra a 5 euro. Ma anche i centrocampisti che segnano, la classe di Chierico, la panchina lunga, la personalità nel possesso, una bella maglia. Diario del primo turno di Coppa Italia

Il primo turno di coppa mi sembra sempre un po’ come un rito di passaggio dalle sgambate di luglio al campionato. Conta ma non troppo, eppure non è un amichevole. Se vinci sei soddisfatto; se perdi non ti stracci le vesti ma comunque ti girano. Sempre meglio vincere, ché aiuta a vincere e tante altre frasi fatte ma non per questo meno vere. Come un po’ per tutte le cose della vita, ci sono state delle robe che mi sono piaciute di più e altre che mi sono piaciute un po’ meno. Prevalgono le prime, ma siccome se c’è una notizia buona e una cattiva io sceglierò sempre di sentire prima quella cattiva per risollevarmi poi, partirò appunto dalle seconde.

IL GOL PRESO

Prendere gol non sarà mai bello e prenderlo in quel modo ancora meno: complicarsi la vita da soli in un campionato dove spesso l’equilibrio è sovrano e rotto da episodi non sarà per nulla auspicabile. Per carità, è stato uno svarione individuale di un giocatore che magari non ne commetterà più uno, vista la qualità e l’esperienza, e da un lato è anche incoraggiante pensare che non è frutto di un errore collettivo, di lettura o di reparto, ma di un cosiddetto infortunio. Però ha radici più profonde: il voler a tutti i costi giocare palla da dietro, senza mai sparacchiarla a San Cornelio, è sempre la cosa giusta da fare? Chiosa la voleva sì rinviare più lontano possibile, ma non poteva farlo Chierico qualche secondo prima? La butto lì, eh.

TROMBINI IN PANCHINA

Mettere “Venturi titolare” tra le cose che mi sono piaciute un po’ meno sarebbe stato irrispettoso e ingiusto. È un portiere esperto, che ha vinto la serie C e che ha disputato una buona prova, sbrogliando anche una brutta matassa nella ripresa. Però mi ha spiazzato vedere “San Luca”, protettore dei nostri pali da tre anni, a bordo campo e poi a capo chino all’uscita. Sarebbe bello se potessero giocare tutti e due, ma il portiere è un ruolo infame e ne gioca uno solo. Magari venerdì tocca a lui, come magari è vero che Bucchi deve ancora decidere chi è il “numero uno”. Magari non lo deciderà mai e li alternerà, sperando che questo non diventi, alla lunga, uno svantaggio per entrambi.

NON AVERLA CHIUSA

Quando Chierico ha segnato il secondo gol, mai avrei pensato che sarebbe finita così, 2-1. Noi sembravamo lanciati e il Bra alle corde. A onor del vero a inizio ripresa l’occasione per chiuderla Guccione l’ha avuta, poi però la sensazione è che l’Arezzo si sia accontentato, evitando di pungere, addormentando la partita come ha detto il mister, ma di fatto tenendola aperta fino al sesto minuto di recupero e rischiando di subire il pari anche se solo in un’occasione (vedi sopra). Solo i nuovi entrati, che avevano voglia di spaccare il mondo, hanno osato tirare in porta nell’ultima mezz’ora.

LA POLEMICA DEL PRESIDENTE

Usciamo dal calcio giocato ed entriamo in tutto ciò che lo circonda. Premesso che il presidente ha tutto il diritto di esprimere una propria sensazione e che è anche comprensibile che sia deluso per il numero di abbonamenti sottoscritti finora, forse bisogna anche capire le cause di questo dato. Ad Arezzo, storicamente, le campagne abbonamenti non fanno mai registrare numeri esaltanti. Mettiamoci poi che i prezzi, seppur ritoccati al ribasso, partivano da una base – quella dell’anno scorso – oggettivamente salata e che si gioca, ormai, a qualsiasi giorno di qualsiasi orario per imposizione delle pay-tv, e il gioco purtroppo è fatto. Certo, di fronte agli ottomila di Vicenza o agli oltre seimila di San Benedetto impallidiamo, ma fare l’abbonamento è davvero diventato un atto di fede cieca. Ma magari voleva solo pungolare la piazza nell’orgoglio.

GIORNO E ORARIO

Appunto. Giocare una partita ufficiale il 16 agosto alle 18 dovrebbe essere illegale.

I PREZZI DEL BAR

Ho paura che la nuova gestione dei bar dentro lo stadio ci costerà caro. Letteralmente: un caffè o una bottiglietta d’acqua 1,50€; una birra 5€. Prezzi molto poco popolari… Andare allo stadio è diventato un lusso anche in C.

striscione in curva sud

Ma ora smetto di brontolare e vi dico anche le sei cose che mi sono piaciute di più.

LA VITTORIA

Grazie al ca…ldo, penserete. Eppure vincere non è mai scontato, farlo alla prima gara che conta qualcosa ancora meno e farlo in rimonta, completandola in neanche 25 minuti, dopo essersi fatti gol praticamente da soli, lo è ancora meno. Speriamo sia la prima di una lunghissima serie.

MAWULI E CHIERICO

Altra ovvietà, lo ammetto. Mi sono piaciuti non solo per i gol, ma soprattutto per i gol. Perché lo scorso anno le reti dei centrocampisti si sono contate sulle dita di una mano. Loro due, tra l’altro, avevano timbrato il cartellino anche nel finale della scorsa stagione, segno che nel gioco di Bucchi ci stanno come il cacio sui maccheroni. Quello dell’ex Gubbio, soprattutto, è un gran gol: accenno ad allargare il gioco sulla sinistra, difensore che ci casca, palla spostata sul destro, schicchera forte e precisa all’angolino, portiere immobile, braccia al cielo. Il tutto sotto la Minghelli. Vale lo stesso augurio del punto precedente.

PATTARELLO

Ma non ha segnato, direte voi. Però ha colpito un palo, nel secondo tempo è partito dalla nostra metà campo, saltato due giocatori e spaccato il Bra in due, lanciando Ravasio in porta. Ma soprattutto, ha provato la giocata col destro in tre-quattro occasioni. Perché la rabona una volta ogni tanto è bella e fa sobbalzare il pubblico, ma dopo un po’ anche basta. Se impara a usare anche l’altro piede, come lo fermano?

Bucchi impartisce ordini ai suoi calciatori

I SUBENTRATI

Lo ha ammesso anche Bucchi: lo scorso anno in certi ruoli mancavano alternative ai titolari. Quest’anno, chi entra non dico che sia più bravo di chi esce, ma quantomeno può giocarsi il posto ad armi pari. Il riferimento è soprattutto a Iaccarino, Varela e Cianci, che sono stati seduti in panchina per un’ora, chi più chi meno, ma sono entrati col piglio giusto, cercando di incidere, provando a far male. Sarà compito di Bucchi, forse il più difficile, fare in modo che chi subentra lo faccia sempre con questo spirito. Se ci riesce, possiamo vederne delle belle davvero.

LA GESTIONE NEL FINALE

Se la mancanza di incisività per buona parte delle ripresa non mi è piaciuta molto, al contrario ho gradito la gestione nei minuti finali, compreso il lungo recupero. Bucchi lo ha ribadito spesso: a quel punto inizia un’altra partita. Chi è sotto tende ad alzare il pressing, si butta in avanti anche con la forza della disperazione. Chi è in vantaggio, è portato ad abbassare il baricentro, a buttare palla avanti. L’Arezzo ha gestito il possesso con maestria e serenità, affidandosi alla qualità dei suoi interpreti, alla forza della consapevolezza. E i sei minuti di recupero, tutto sommato, sono trascorsi più velocemente del solito.

LA MAGLIA SPECIALE

Era per una buona causa, e basterebbe questo. In più era anche bella, forse con un punto d’amaranto leggermente diverso da quello a cui siamo abituati ma semplice, senza fronzoli, elegante. Ad ogni modo, sembra molto bella anche quella ufficiale e non vedo l’ora di vederla venerdì. Tutti allo stadio e forza Arezzo!