Il ghanese canta e porta la croce e centrocampo, dove Guccione viene inibito dalla marcatura di Manzari e dove Chierico corre spesso a vuoto senza guizzi. Righetti leonino contro il suo passato, sul pezzo De Col, coriaceo Gigli, più in sofferenza Gilli che rischia grosso con la trattenuta su Montevago. Cianci abbandonato a se stesso per 67 minuti, Pattarello e Tavernelli non lasciano il segno
Le pagelle di Perugia-Arezzo.
MAWULI 7 Canta e porta la croce in un contesto di agonismo estremo. Lui che è un caterpillar, prende più botte di quante ne dia, il che rende l’idea del clima in campo. Utilissimo nel finale, quando in dieci contro dieci la partita smarrisce le coordinate e si fa pazza tatticamente: recupera una miriade di palloni e tiene su la baracca.
VENTURI 6.5 Insieme al collega Gemello passa il pomeriggio a vedere compagni e avversari che si menano di santa ragione. Pochi grattacapi per entrambi, poi al 92′ il tiro velenoso di Torrasi rischia di spaccare l’equilibrio del derby. Il 22 amaranto esibisce un bel riflesso e un provvidenziale colpo di reni, disinnescando l’insidia con l’aiuto della traversa.
DE COL 6.5 Ammonito a metà primo tempo, tiene comunque il campo con lucidità, senza andare mai in affanno. Quasi solo fase difensiva stavolta, portata a termine saggiamente. Poco appariscente, qualche errorino qua e là ma sul pezzo.
GIGLI 6.5 Rimpiazza Chiosa e mette a referto una prestazione coriacea, nello stile cui ci ha abituato. Bene di testa, come impone la statura, non male nemmeno con i piedi. Balla ogni tanto, come quando becca il giallo dopo aver quasi levato la maglia a Bacchin, ma è più per merito di trequartista e attaccanti del Perugia che demerito suo. Affidabile anche nel derby.
RIGHETTI 6.5 Sente molto la partita, lui che è nato a Perugia e cresciuto nel Perugia. Atteggiamento leonino, azzanna ogni palla e ci dà dentro nei contrasti. Tecnicamente vengono fuori cento minuti che non passeranno alla storia, né per lui né per la squadra, ma per il resto se la cava. Un solo brutto errore che gli costa il giallo, in pieno recupero, dovuto più che altro alla stanchezza.
GILLI 6 Montevago è un osso durissimo perché di testa le spizza quasi tutte, è un leone nel corpo a corpo e svaria ovunque con padronanza. Quella tirata di maglia al minuto 37, dentro l’area di rigore, fa infuriare il pubblico biancorosso ed è un pericolo grosso così che per fortuna non cagiona conseguenze. Non gli manca la consueta combattività, che utilizza a piene mani pure su Kanoute e Bacchin. Più sofferenza delle ultime volte però.
GUCCIONE 5 E’ il faro della squadra, il piede che ha lui non ce l’ha nessun altro. Ma forse avrebbe bisogno di staccare un po’, di scaricare lo stress di partite in cui è più marcato degli esterni alti e del centravanti. Manzari è l’ultimo della lista che va a pestargli i piedi, rincorrendolo ovunque per inibirlo e limitarlo, compito che esegue con dinamismo e malizia. Ammonito, resta negli spogliatoi nell’intervallo per evitare guai peggiori. E invece… (1′ st Iaccarino 5 Più ingenuo che colpevole, più incauto che cattivo. Fatto sta che, un minuto dopo l’ingresso sul terreno di gioco, alza il piede per andare a contrasto, si fa anticipare da Megelaitis e lo colpisce sul ginocchio. Solo fallo? Giallo? Arancione? D’Angeli è lì, gli mostra il rosso diretto e non cambia idea nemmeno all’Fvs. La prossima volta, più prudenza).
CHIERICO 5 Per l’impegno e lo sbattimento, caratteristiche che porta nel dna, meriterebbe un voto più alto. Solo che il massimo sforzo produce il minimo risultato, cioè un tiro nello specchio che Gemello respinge in chiusura di primo tempo. Poi tante corse, spesso a vuoto, e il guizzo che non arriva nemmeno quando l’Arezzo, ridisegnato con il 441, alza di venti metri il baricentro. Gli resta in canna l’assist per Pattarello nell’incursione più pericolosa in area perugina e consegna agli avversari due palloni sanguinosi che, al tramonto del match, originano altrettante ripartenze.
PATTARELLO 5 Perugia non gli porta fortuna. Giocò male da subentrato ad aprile 2024, andò malissimo un anno fa quando venne sostituito nell’intervallo e la prestazione non è stata granché nemmeno stavolta nei 90 minuti trascorsi in campo. Abulico, isolato, stoppato inesorabilmente dai difensori del Perugia quando ha provato ad accendersi in dribbling. Due o tre sussulti e basta, pochissima roba in quella che resta la partita più sentita di tutte.
CIANCI 5 I rifornimenti non sono copiosi nemmeno quando la squadra gira a mille e macina gioco, figurarsi quando si dedica solo alla garra senza palleggiare mai. Solitudine estrema là davanti per 67 lunghissimi minuti, intristito e impalpabile. Quando Bucchi decide di sparigliare le carte, fa uscire lui per risparmiargli ulteriore tormento (22′ st Varela 5 Va a fare il finto nove come a Rimini, solo che stavolta non c’è campo da attaccare. Tenta un paio di uno-due ai venti metri che non vanno a buon fine e si rassegna a uno scampolo di match che, a differenza di altre volte, produce zero).
TAVERNELLI 5 Si allunga il periodo down e la generosità, lo spirito di sacrificio, la dedizione al gioco di squadra non bastano a impreziosirne la prestazione. L’Arezzo avrebbe bisogno di una sua sgassata, di un funambolismo, di un tiro all’incrocio. Ma non succede. Chiude il derby claudicante, stremato da un lavoro improbo che non lo ripaga in proporzione.












