Analisi tattica del lavoro svolto sui lati del tridente, che l’Arezzo ha sfruttato in modo perfettamente bilanciato: 19 palloni giocati da Gaddini e 18 da Convitto a sinistra, 38 da Pattarello a destra. Estro e guizzi in zona offensiva, pressione sugli avversari e aiuto alla squadra quando c’è da difendere. Con prestazioni singole diverse tra loro

Sarà che quando ero giovane mi sono innamorato delle finte di Bruno Conti al mondiale, che guardando il Milan stellare mi riempiva l’occhio vedere Donadoni far saltare in aria le difese a beneficio dei mostri sacri dell’attacco rossonero. Sarà che le squadre più forti del mondo non rinunciano mai alla presenza di giocatori che pestano le linee laterali garantendo l’ampiezza, uno dei principi di gioco fondamentali in fase di possesso. Sarà che quando facevo il calciatore ero assolutamente dipendente da loro, perché scompaginavano le difese avversarie creando superiorità, cosa che io non ero capace di fare. Insomma, usando un’espressione frequente in questo periodo, Dio salvi gli esterni offensivi.

Sicuramente in questo Arezzo sono dei grandissimi punti di forza, perché pur avendo caratteristiche molto differenti fra loro, garantiscono equilibrio alla squadra. Il loro lavoro non è prettamente offensivo, quando l’estro e la capacità tecnica garantiscono quel guizzo che in partite difficili, contro squadre ben organizzate e forti, favoriscono lo sviluppo del gioco d’attacco. In fase di non possesso mettono pressione sul terzino avversario e grossa concentrazione quando gli avversari giocano sulla trequarti dell’Arezzo, aiutando le mezze ali e i laterali di difesa.

Un altro principio di gioco fondamentale in fase di possesso è l’imprevedibilità, che non ha niente a che fare con l’improvvisazione: imprevedibilità significa attaccare l’avversario in maniera non stereotipata o ripetitiva.

La distribuzione del gioco sulle due catene (come dimostrano le 19 palle giocate da Gaddini e le 18 da Convitto a sinistra, più le 38 giocate da Pattarello a destra) è l’esempio di come l’Arezzo utilizzi tutto il fronte d’attacco in maniera equa.

Ragionando sui singoli, Gaddini ha avuto una giornata meno positiva rispetto a come ci aveva abituato in precampionato. Mister Indiani e il suo staff hanno percepito la difficoltà e l’hanno sostituito con Convitto, che ha caratteristiche fisiche diverse. E il risultato è sotto gli occhi di tutti, così come è la crescita che sta avendo Pattarello, partito più in sordina rispetto agli altri per la sua struttura fisica e muscolare, da categoria superiore, e che sta progressivamente avvicinandosi alla forma migliore.

In una partita poco spettacolare, anche per l’equilibrio tecnico e tattico che c’era, la scintilla di questi giocatori ha acceso l’incendio di fine partita con l’immagine più bella: l’Arezzo in cerchio che festeggia sotto la curva.

God save the wings!

Classe 1971, nato a Roma, ex centravanti, è dottore in psicologia. Nel 2016 ha conseguito il master Uefa Pro a Coverciano. Allenatore professionista, è attualmente docente di tecnica calcistica presso la Federazione Italiana Gioco Calcio