“Da Indiani mi aspetto qualche cambio nell’undici e anche diverse conferme, come quella di Diallo. Collacchioni non imposterà la gara come Seravezza o Ponsacco, a prescindere dal modulo. In questi giorni mi hanno chiesto se il derby di domani può essere paragonato alla partita con il Sansepolcro del 1995. Dico di no e spiego perché”

In questi giorni mi hanno chiesto se il derby di domani può essere paragonato ad Arezzo-Sansepolcro del 1995. 17 dicembre per l’esattezza. Sì, quello che decisi io con il colpo di testa davanti alla sud. Quello dell’esultanza alla bandierina. Secondo me il parallelo non ci sta. All’epoca il duello con i rivali era già ben definito, oggi no. E poi il Sansepolcro non aveva un grande blasone ma una grande qualità tecnica. Il Livorno di oggi, al contrario, mi pare abbia più blasone che qualità e questo dipende dal fatto che la squadra, dove comunque ci sono ottimi giocatori, è stata costruita in ritardo per le note vicende del ripescaggio.

Di sicuro mi aspetto una partita calda, anche per il numero di spettatori. Il Livorno ci arriva dopo una settimana complicata, con l’esonero di mister Collacchioni che poi è stato revocato. Una società con le idee chiare può anche sbagliare a mandare via un allenatore ma fare un passo indietro su indicazione dello spogliatoio, è un azzardo. Adesso i giocatori sono più responsabilizzati, però alla lunga una mossa del genere rischia di non pagare.

Indiani comunque, per come ho imparato a conoscerlo, andrà dritto per la sua strada. Mi aspetto qualche cambio nell’undici e anche diverse conferme, a partire da Diallo. Il turnover non ci deve stupire, la vera forza dell’Arezzo è lo spartito che esegue la squadra. C’è gioco, c’è spirito, c’è identità, c’è volontà di fare la partita che non è atteggiamento così comune in serie D, neanche in formazioni d’alto livello. La vittoria di sabato scorso a mio avviso è stata fondamentale, perché il Castello in questo momento è forte, ha ambizioni, giocatori, struttura tattica, società solida e non aveva molto da perdere.

Per l’Arezzo è stata una bella iniezione di fiducia in vista di domani, in una partita che il Livorno non giocherà come Seravezza o Ponsacco, anche se queste due squadre hanno dimostrato che al Comunale si può fare risultato (o andarci vicino) difendendosi all’estremo e preparando la gara con la massima accortezza tattica. Immagino che Collacchioni, per il prestigio del club che rappresenta, proverà a giocarsela di più, a prescindere dal modulo.

L’Arezzo è favorito per due motivi: la classifica e la rosa. Se sei primo vuol dire che sei forte, anche se lo devi dimostrare sul campo. E le alternative in panchina danno a Indiani tante soluzioni a match in corso. Poi c’è l’onda dell’entusiasmo che sta montando e un dettaglio da non sottovalutare: un pari lascerebbe l’Arezzo a +6. Sarà una partita d’altri tempi, come suol dirsi, anche se il passato è passato. E’ ora di costruire il futuro.

Classe 1971, nato a Roma, ex centravanti, è dottore in psicologia. Nel 2016 ha conseguito il master Uefa Pro a Coverciano. Allenatore professionista, è attualmente docente di tecnica calcistica presso la Federazione Italiana Gioco Calcio