Niccolò Gucci, 32 anni, in cerca del primo gol in amaranto

Analisi della gara con la Pianese di Bonuccelli, molto equilibrata, e riflessioni sul futuro. Un plauso ai due allenatori, uno figlio dell’altro dal punto di vista tattico, con dimostrazione di lucidità dell’allenatore amaranto nel gestire i postumi della sconfitta con l’Ostiamare e nell’utilizzare il 352 per limitare i rischi nei minuti finali. Gucci deve ancora crescere e la squadra deve aiutarlo di più: con questo sistema di gioco, inserimenti delle mezzeali e tagli degli esterni sono fondamentali per non lasciare isolata la prima punta. Su questo aspetto c’è da lavorare

Bellissima partita quella di Piancastagnaio, fra due squadre di alto livello per questo campionato di quarta serie: la Pianese che sta viaggiando oltre ogni previsione col vento in poppa e con la forza che hanno gli underdog, l’Arezzo squadra fortissima su cui gravano, oltre il peso del blasone che prescinde la categoria, le delusioni delle ultime annate fallimentari. I retroscena psicologici di questo match erano enormi: il risultato non sarebbe stato decisivo in senso assoluto, vista la distanza in termini di giornate dalla fine del campionato, ma perdere, dopo un periodo non brillante, avrebbe rappresentato un brutto colpo per il Cavallino.

Ne è scaturita una partita non spettacolare in virtù dell’equilibrio del primo tempo, dove l’Arezzo, pur mantenendo un maggior possesso palla, ha inquadrato seriamente lo specchio soltanto in tre occasioni con Convitto e Pattarello. Nella ripresa hanno fatto la differenza i primi 20 minuti, con le squadre che hanno trovato la porta soltanto nelle azioni dei gol: paradossale per due formazioni spettacolari come la Pianese e l’Arezzo. Ma la posta in palio, come detto, era molto alta.

Ho osservato con attenzione la prestazione di Gucci, al vero esordio dopo i pochi minuti del match col Grosseto e la non prestazione complessiva della squadra di Aranova. A tal proposito le parole di Indiani, che non sapeva spiegarsi quello che era successo contro l’Ostiamare, anche in base a come aveva visto la squadra in settimana, ci confermano quanto si può riporre fiducia in questo allenatore, che è stato capace di non perdere lucidità e affrontare il crocevia di Piancastagnaio in maniera perfetta.

Bonuccelli e Indiani a colloquio prima del match

Tornando a Gucci. 20 sono stati circa i palloni che ha avuto a disposizione (non ho messo nella conta qualche palla sporca); la sua fisicità è stata determinante per l’Arezzo, che ha utilizzato qualche verticalizzazione in più del solito, e bello è stato il duello con Lopez Petruzzi, molto dotato fisicamente e molto determinato. Gucci ha avuto anche tre palloni per buttarla dentro, su due dei quali non è stato reattivo come sa essere quando è al 100% della forma, mentre con il terzo ha optato per un traversone invece di cercare la porta (la prosecuzione dell’azione ha portato alla punizione decisiva del primo gol). La sensazione è che, come è normale che sia viste le poche partite giocate questa stagione, possa crescere tantissimo e che la squadra possa aiutarlo molto di più.

Una delle difficoltà che ci sono nel sistema 1-4-3-3 è creare sostegno per la prima punta, per non lasciarla troppo sola a combattere con i centrali difensivi e trovare uno scarico a cui può seguire una verticalizzazione o una conclusione. Per creare certe opportunità, i movimenti delle mezze ali alle spalle del centrocampo avversario, o i tagli interni dei due esterni di attacco, sono determinanti, e sicuramente questo è un aspetto su cui Indiani e il suo staff lavoreranno intensamente.

Una considerazione poi sulla scelta di concludere la partita con 3 difensori centrali: la praticità, in questo campionato che non conosce mezze misure (il secondo posto è come il tredicesimo), è fondamentale e il risultato ha la priorità su tutto. La Pianese aveva cominciato a verticalizzare più del solito, e l’Arezzo, anche grazie a questa scelta, non ha mai sofferto.

Una parola per il capitano Settembrini, la cui combattività è esaltante. Non lasciare mai soli i tuoi compagni e i tuoi tifosi, la tua assenza non passerebbe inosservata. Continua a lottare con ardore, come stai facendo, ma senza oltrepassare il limite.

Infine un plauso ai due tecnici, uno, Bonuccelli, figlio dell’altro, Indiani; tanti sono gli ex giocatori del mister amaranto che sono diventati valenti allenatori. Vuol dire che il terreno dove sono cresciuti era estremamente fertile e stimolante.

Ad majora, semper