Insieme a Marmo e Musa ha acceso l’entusiasmo dei tifosi all’inizio degli anni ’70. Classe 1943, originario di Pirano d’Istria, ha vestito le maglie di Bari e Bologna, Verona e Roma, oltre a quelle di Arezzo e Salernitana. In amaranto, complessivamente, 70 presenze e 26 gol. “La gente mi ha voluto bene perché ero uno che non si risparmiava e la buttava dentro. E io ho voluto bene alla gente perché qui mi sono subito sentito a casa”

Ad Arezzo arrivò nel 1973 e vi rimase per tre campionati, due di B e uno in terza serie, dimostrandosi uno degli attaccanti più forti e più apprezzati della storia amaranto. Lucio Mujesan, originario di Pirano d’Istria, ha compiuto 80 anni a gennaio e ancora abita in provincia, a Palazzuolo per la precisione, poco distante da Monte San Savino.

In Valdichiana si era sposato e si è fermato a vivere dopo aver appeso le scarpe al chiodo, aprendo la parentesi da allenatore che gli ha dato anche qualche soddisfazione. Nulla a che vedere con il pallone tra i piedi però: tecnico, rapido, con l’istinto del gol, era un signor giocatore che non a caso ha vestito le maglie di Bari e Bologna, Verona e Roma, oltre a quelle di Arezzo e Salernitana.

In amaranto, complessivamente, ha messo insieme 70 presenze e 26 gol, conquistando il cuore degli sportivi grazie alle qualità tecniche e alla generosità con cui si muoveva in campo. In quei tre anni ha avuto quattro diversi allenatori: Andrea Bassi, Graziano Landoni, Lauro Toneatto e Pinella Rossi, che in due occasioni subentrò in panchina.

Insieme a Corrado Marmo ed Ezio Musa formò un tridente offensivo che dava spettacolo, applaudito dai tifosi che per i tre attaccanti inventarono un coro rimasto celebre nel tempo. Ma in quel periodo, funestato dalla retrocessione del 1975, c’erano tanti grandi giocatori: da Fara a Magherini, da Tonani a Pienti.

“La gente mi ha voluto bene – ha detto Mujesan nell’intervista rilasciata all’interno del Museo Amarantoperché ero uno che non si risparmiava e la buttava dentro. E io ho voluto bene alla gente perché ad Arezzo mi sono subito sentito a casa. Ci sono grandi ricordi che mi legano a questa piazza, qui ho vissuto uno dei periodi più belli della mia carriera”.