Una vittoria piena di significati quella di Chiavari, conquistata con il coltello tra i denti, la dea bendata sulla spalla di Trombini e un modulo inedito nel finale di gara. L’Arezzo ha confermato che sì, può essere la mina vagante del campionato, anche perché in attacco c’è un centravanti che trasforma in oro pure i palloni più banali. Indiani in cinque giornate ha utilizzato 23 calciatori su 26, conquistando 7 punti senza tradire la sua fiducia nel turn over
BOMBER – Niccolò Gucci, nato a Bagno a Ripoli, ha compiuto 33 anni a giugno. Lo scorso autunno, strappato alla Vis Pesaro dove aveva un contratto pluriennale e la fascia di capitano al braccio, svoltò il campionato dell’Arezzo, interpretando il ruolo di centravanti con la fisicità che vuole Indiani, l’efficacia delle sponde che richiede la logica e 7 gol nei momenti topici del torneo (4 dei quali sullo 0-0). La capacità di trasformare in oro quel poco che la squadra, per caratteristiche e impostazione, gli concede, è la sua più grande qualità. Mai un lamento, mai la richiesta di un cross come Cristo comanda o di un pallone facile facile da spingere in rete, sempre in trincea per una spizzata e una legnata dal marcatore di turno, è già a quota 3. Sabato, sapendo come vanno le cose, ha mutato in assist un cambio gioco dello scriteriato Lancini. Tra i prof non è mai andato in doppia cifra, nemmeno da giovane. E qui ci fermiamo perché nel calcio sono tutti scaramantici e non si può proseguire oltre…
SONO RIMASTI IN TRE – Dopo cinque giornate di campionato, e messi a referto gli esordi di Poggesi e Crisafi contro l’Entella, Indiani ha fatto giocare 23 calciatori. All’appello ne mancano solo tre: il portiere Ermini, i terzini Montini e Zona. Conoscendo l’allenatore, possono cominciare a scaldarsi.
MINA VAGANTE – Il colpo di Chiavari e i 7 punti raccolti in 5 giornate dicono che l’Arezzo il ruolo di mina vagante può recitarlo veramente. E che i 200 nel settore ospiti hanno offerto uno spettacolo raro per queste categorie. 98 minuti di rumba totale, con i bandieroni all’aria e un calore incredibile. Il vento amico del centenario continua a soffiare alle spalle.