Riflessioni sparse dopo la trasferta di venerdì scorso al Mannucci. Carichi a pallettoni e… continuiamo a spingere!
Ho ancora la fioca dopo la trasferta gloriosa di Pontedera, ma per fortuna non c’è bisogno di parlare. Venerdì sono uscito dal Mannucci pieno di speranze, carico di entusiasmo e con un po’ di pensieri in testa che sono rimasti lì, in sospeso. E allora m’è venuta voglia di condividerli con voi.
MANIFESTA SUPERIORITÀ
Era da un po’ che non provavo una sensazione di onnipotenza simile a quella di venerdì scorso, assiepato nella più calda delle tribunette del settore ospiti dello stadio di Pontedera. L’aria era frizzantina come quella della goleada di Livorno, già più di due anni fa. Di gol se n’era fatti quattro anche stavolta, tra l’altro, anche se uno è durato il tempo di un controllo al monitor. Cambia la categoria rispetto ad allora, ma l’obiettivo è lo stesso. Non illudiamoci: non saranno tutte così e lo abbiamo già intuito alla prima. Il fatto è che le grandi squadre qualche vittoria larga e schiacciante nell’arco di una stagione la infilano, anche solo per mandare un messaggio alle altre. Questo allora mi sembra un ulteriore indizio che quest’anno, forse, siamo davvero una grande squadra.
C’ERA UNA VOLTA PONTEDERA
Il sintetico con la palla che gira veloce, quei ragazzi terribili che corrono sempre più e meglio di noi, le seconde palle, Santini, il traffico, la pioggia… Per anni andare a Pontedera è stato un mezzo incubo in ogni aspetto e in campo se andava bene la pareggiavi, altrimenti erano dolori. Una sola vittoria negli ultimi 27 anni, giusto un anno fa. Bene, tutto questo venerdì è stato spazzato via in mezz’ora, grazie a un approccio feroce, alla qualità dei nostri interpreti, a una consapevolezza diversa, che ci dice che anche nella mentalità qualcosa sembra cambiato. Speriamo di continuare così.
CARICHI A PALLETTONI
In campo la squadra ha messo la stessa convinzione di chi era fuori. Pontedera non è lontano, ma andarci in ben oltre cinquecento non è cosa da tutti e da tutti i giorni. Anche i tifosi ci credono e spingono forte. La Curva Minghelli formato trasferta era indiavolata: due aste che spuntavano come funghi, fumogeni, cori lunghi, esultanze smodate, facce stravolte e corde vocali da buttare (comprese le mie). Voti alti anche per il tifo, insomma!
PROPRIETÀ COMMUTATIVA
E se venti gol quest’anno li facesse Tavernelli? Esagero, lo so, ma è per dire che quello che ha fatto Pattarello lo scorso anno non è detto che debba rifarlo Pattarello. La squadra, nel complesso, è più forte, ha più bocche di fuoco e ha collaudato un sistema di gioco che porta al tiro con più frequenza anche i centrocampisti (Chierico ha già segnato due gol tra campionato e coppa). Proprio come Tavernelli, appunto, che è già a quota due in due partite, ha sbloccato entrambi gli incontri e ha segnato sia da fuori che inserendosi in area. Se cambi l’ordine degli addendi il risultato non cambia: se Pattarello fa dieci gol in meno ma fa dieci assist come quel cross al bacio per il 21, va bene uguale.
MEGLIO IN TV
Tranquilli, non sono impazzito. Non mi riferisco a dove sia meglio vedere la partita (lì non ci sono dubbi), quanto a quella che Biscardi chiamava, prima dei tempi, “moviola in campo”. Per la prima volta ci hanno tolto un gol al Football Video Support: quello che è capitato di vedere mille volte con il più celebre Var è toccato anche a noi, alla fine. L’esultanza, l’abbraccio agli amici, le braccia al cielo: tutto inutile. L’urlo “goooool”, così agognato a ogni sfida, l’oggetto del desiderio, tolto dagli atti con un fischio. Non ne sentivo la mancanza.

ROSSO DI SERA
Lo scorso anno l’Arezzo non è mai rimasto in dieci. Anzi, spesso ha potuto giocare in superiorità numerica e non l’ha quasi mai sfruttata a dovere. Con l’Entella futuro campione, per dire, ci siamo fatti rimontare un gol in casa. Quest’anno, pronti via, ecco invece una somma di ammonizioni: non una bella notizia in sé, ma mi piace sottolineare che, con un uomo in meno, non solo non abbiamo subìto reti, ma abbiamo pure triplicato con la sgassata devastante di Varela. Traetene le conclusioni che ritenete più opportune.
P.S. Oltre i due gialli a Chiosa ci sono altri sei ammoniti. L’arbitro a un certo punto sembrava volesse in qualche modo ridurre l’evidente disparità tra le due squadre. Qualcuno, comunque, ci stava e questo sta anche a significare che quando c’è da alzare qualcuno di peso quest’anno non ci si pensa granché. Le vittorie passeranno anche da questo.
E ORA?
Quattro gol fatti e zero subiti. Due vittorie su due come non accadeva, in C, dal 2008. Il primo posto solitario in classifica che fa sempre piacere, anche dopo due soli turni. Da queste parti, per quante ne abbiamo passate, viene da pensare che la fregatura sia dietro l’angolo e che la prossima partita rompa l’incantesimo e ci riporti alla realtà. Sabato, poi, c’è quella Vis Pesaro che ci ha sbattuto fuori dai playoff. Quindi equilibrio, calma e lavorare a testa bassa. Questo per la squadra, intendo. Noi, forse, ci possiamo anche permettere qualche licenza in più: scaldiamoci, facciamoci trascinare dall’entusiasmo, circondiamoci di positività, continuiamo a spingere, crediamoci e riempiamo lo stadio. Il resto, magari, vien da sé. Forza Arezzo!