il Città di Arezzo com'è oggi

Lunedì prossimo la presentazione del Docfap in Comune per la nuova struttura da 12.140 posti, tutti a sedere e tutti coperti. Gli amaranto in un secolo di attività hanno disputate le gare ufficiali al “Giuseppe Mancini” di Campo di Marte e poi, dal 24 settembre 1961, al Comunale, che nel corso degli anni ha subìto vari interventi di riqualificazione

Il conto alla rovescia per la presentazione del progetto del nuovo stadio è quasi arrivato a conclusione. Lunedì a mezzogiorno, presso la sala Giostra del Saracino del Comune di Arezzo, saranno illustrati tutti i dettagli del Docfap (Documento di fattibilità), gli obiettivi e le prospettive future per la città e la comunità sportiva. L’iter amministrativo del progetto, nonostante l’entrata in vigore della cosiddetta “legge stadi” che ha semplificato la procedura, è comunque complesso. Per arrivare al via libera definitivo (salvo contrattempi) servirà almeno un anno, mentre i tempi stimati per la conclusione dei lavori sono di 36/48 mesi. Prima di vedere una partita dell’Arezzo nel nuovo impianto bisognerà quindi attendere il 2028 o il 2029. Mai come in questo caso, però, ne varrebbe la pena.

Lo stadio attuale, giusto per ricostruire un po’ di storia, venne inaugurato il 24 settembre 1961. C’era Amintore Fanfani alla presidenza del consiglio, Simeone Golia alla presidenza dell’Arezzo e un vento d’ottimismo che soffiava alle spalle. L’Italia veleggiava verso la ripresa e il boom economico, senza troppe eccezioni. Quel giorno in città si celebrò un bel salto in avanti, sintomatico del progresso infrastrutturale che marciava a passi da gigante e di una passione per il calcio che cinque anni dopo sfociò nel primo, storico, approdo in serie B.

un’immagine del vecchio stadio Giuseppe Mancini

Lo stadio ha avuto una vita piuttosto travagliata. Progettato dall’architetto Norberto Carlini e dall’ingegner Nedo Mori, ha subìto varie ristrutturazioni. Il Comunale è diventato “Città di Arezzo” nel 2006, ma nel frattempo aveva cambiato aspetto diverse volte. Il giorno dell’inaugurazione c’erano soltanto la maratona e la doppia tribuna: quella inferiore e quella superiore. Quattro anni più tardi aprì anche la curva nord, mentre la sud fu costruita nel 1982, dopo la terza scalata alla B. Nel corso degli anni si sono susseguiti gli interventi di restyling, tra cui quello del 1990, quando vennero demolite le due tribune, sostituite dalla tribuna unica arrivata fino a oggi dopo vari interventi di restyling. Nel 2004 invece la vecchia curva sud, distante dal campo e con pochi gradoni, fu rimpiazzata da una struttura nuova molto più capiente e a ridosso del terreno di gioco. Oggi è intitolata a Lauro Minghelli. Da sempre apprezzato per la qualità del manto erboso, lo stadio ha dovuto adeguarsi via via alle normative che cambiavano e che hanno riguardato tetto, gradoni, seggiolini, prefiltraggi, impianto di illuminazione, ingressi, biglietterie. Il tempo ha fatto il suo sporco lavoro, rendendo inagibile la maratona ormai da 17 anni.

Prima di utilizzare l’impianto in viale Gramsci, l’Arezzo giocava al “Giuseppe Mancini”, in una struttura intitolata al tenente dei bersaglieri, medaglia d’oro al valore militare, caduto il 5 dicembre 1917 nella battaglia di Monte Miela. Nel 1936, con una deliberazione del podestà, si decise di potenziare lo stadio già esistente a Campo di Marte, con l’ausilio del Gruppo Toscano Architetti. Come scriveva Marco Botti su Amaranto Magazine, le strutture portanti della tribuna furono ricostruite con cemento armato e mattoni, mentre rimasero le gradinate in legno. I lavori vennero eseguiti dalla ditta Gino Martini.

Fanfani all’inaugurazione del Comunale nel 1961

L’inaugurazione della nuova tribuna avvenne nel 1937, con l’arrivo ad Arezzo della sesta tappa del Giro d’Italia, vinta in volata dal grande Giuseppe Olmo. Tra il 1943 e il 1944 i bombardamenti alleati alla vicina stazione provocarono il crollo parziale dei perimetri murari e della tribuna. Un vagone fu addirittura sbalzato sul campo. Nel dopoguerra il terreno di gioco fu ripristinato ma nel frattempo si cominciò a pensare a uno stadio da realizzare altrove. La stagione 1960-61 fu l’ultima della compagine amaranto nella vecchia arena, dato che il nuovo impianto alle pendici della collina di San Cornelio era ormai ultimato.

Adesso potrebbe aprirsi un nuovo capitolo della storia. Il progetto del nuovo stadio di Arezzo, affidato a M28Studio di Roma, guidato dall’architetto Carlo Antonio Fayer, prevede la demolizione integrale degli attuali settori, fatta eccezione per la tribuna coperta, e la loro ricostruzione secondo criteri più moderni, per una capienza totale di circa 12.140 posti (soglia sufficiente per l’omologazione Uefa), tutti a sedere e tutti coperti. Prevista una superficie di circa mille metri quadrati riservata al commerciale. Il terreno di gioco, per guadagnare tempo prezioso, non sarà più avvicinato alla tribuna, come previsto in un primo momento. Investimento complessivo tra i 21 e i 23 milioni di euro, a carico di New Energy (spa che detiene il 99% della Ss Arezzo) e istituti bancari.