l'abbraccio con la sud alla fine della partita

Nel girone di ritorno la squadra ha conquistato 22 punti, proprio come all’andata. Le altre sono dietro e la Pianese, ferma a 14, si è fatta mangiare il +3 che aveva dopo la sconfitta amaranto a Terranuova. Indiani rispetto al passato propone un altro tipo di gioco, anche se ieri la prestazione ha lasciato a desiderare, con Gucci (autore di un gol alla Moscardelli) troppo solo e mal servito. Ma i numeri dicono che le vittorie di consecutive sono cinque e che il traguardo è più vicino. Ma in questo campionato è vietato staccare i piedi da terra

ANSIA E TRE PUNTI – La quinta vittoria consecutiva non passerà alla storia per la bontà della prestazione. L’Arezzo ha giocato malino, a tratti male, ha costruito poco davanti ed è precipitato nell’ansia nei minuti finali, buttando via la palla come una matricola qualsiasi. Perlomeno però ha rischiato niente dietro. Alla fine Indiani, arrivato con l’etichetta di fautore del bel gioco, si è convertito alla filosofia del corto muso, badando al sodo più che ai ricami. L’Arezzo in teoria doveva essere una squadra con l’attacco atomico e invece è in testa grazie alla miglior difesa del torneo. Così va il calcio se vi pare.

GUCCI COME IL MOSCA – Contro un Città di Castello incerottato e giù di corda, reduce da tre ko consecutivi che adesso sono diventati quattro, il gol risolutore è sgorgato da una spettacolare combinazione tra Zona (lancio millimetrico a scavalcare la linea avversaria) e Gucci (pallonetto d’esterno destro sul portiere in uscita). Il centravanti non segnava da sei giornate e il suo tocco di classe, che a qualcuno in tribuna ha richiamato alla memoria le sciccherie di Moscardelli, ha fruttato 3 punti pesanti come il marmo. “Mi manca ancora un gol vittoria da 1-0” ebbe a dire Gucci dopo l’ultima segnatura di Gavorrano. Accontentato.

Trombini in uscita dentro l’area di rigore

LA SOLITUDINE DEL NUMERO 9 – E comunque ci sarebbe da scrivere un trattato sulla solitudine del centravanti dell’Arezzo, al quale i compagni offrono zero assist, zero cross, zero appoggi puliti, costringendolo a vagare dentro l’area in attesa di un invito che non arriva mai. Che giochi Convitto o Gaddini, Bramante o Pattarello, la musica è più o meno la stessa: gli esterni prendono palla, la tengono, vengono dentro al campo e avanti così, con Gucci in mezzo a due marcatori a fare a sportellate. Ieri questo modus attaccandi è stato compensato dalla media realizzativa del 28: un pallone buono, un gol. E che gol.

CONTINUITA’ E DIVERSITA’ – Quella di ieri è la terza gara di fila con la porta inviolata e, nonostante qualche difetto ormai atavico, è la tredicesima di fila con almeno una rete all’attivo. Indiani dopo 9 giornate del girone di ritorno ha gli stessi punti dell’andata (22) con lo stesso ruolino di marcia (7 vittorie, un pareggio, una sconfitta). L’Arezzo però gioca in modo differente: in autunno attaccava sempre a costo di rischiare l’osso del collo. Adesso, quando è il caso, gestisce. Ieri, per la quarta volta consecutiva, la squadra ha chiuso con un pragmatico 352. Brutto forse, ma efficace.

326 MINUTI – I singoli. Un paio di uscite da brivido ma pure tanta solidità per Trombini, imbattuto da 326 minuti. Polvani gladiatorio contro un furetto come Sylla. Disinvolto Lazzarini. Dirompente Zona, con un erroraccio che poteva costare caro ma con il sopracitato assist che ha spaccato la partita. Bene Settembrini. Così così Bramante e Pattarello, quasi farfalle sotto al bicchiere.

+5 MA NON E’ FINITA – L’Arezzo, in virtù dei risultati della domenica, sale a +5 sulla Pianese ed è il distacco più ampio scavato in stagione. Dopo il giro di boa gli amaranto hanno conquistato più punti di tutti (22), lasciando alle spalle Livorno (16), Ghiviborgo (15) e Sangiovannese (15). La Pianese si è fermata a 14, facendosi mangiare il +3 che aveva il 29 gennaio. Quel giorno, dopo il ko di Terranuova, sembrava tutto in malora. Oggi è cambiato il mondo e la squadra va a Livorno con il morale alle stelle. Ma senza esagerare, che questo campionato sarà finito solo alla fine.