Intervista al direttore sportivo dell’Arezzo: “Bilancio positivo finora, il gruppo è sano e ha dimostrato carattere. Chierico e Damiani a gennaio saranno come due nuovi acquisti. Del Fabro e Gucci possono uscire, su Masetti e Gaddini stiamo valutando, Settembrini resta. Vorrei blindare Trombini, allungamenti possibili per Chiosa e Santoro. L’obiettivo? Resta lo stesso, migliorare senza porci limiti”
Adesso, a bocce ferme, possiamo tirare una riga. Il bilancio è positivo?
Molto, non ci sono ombre nel nostro percorso e siamo in linea con gli obiettivi. La squadra ha vissuto dei periodi altalenanti ma li considero fisiologici. Ho visto grandi progressi del gruppo, che ha saputo reagire con carattere alle difficoltà. Nelle prossime settimane proveremo ad apportare le correzioni necessarie alle crescita della squadra.
Dove interverrete?
Gli obiettivi sono un difensore centrale e un centravanti. In mezzo al campo, salvo opportunità clamorose, non riteniamo di dover aggiustare niente: a gennaio torneranno Chierico e Damiani, saranno come due nuovi acquisti.
Partiamo dalla difesa. Del Fabro finora ha reso al di sotto delle aspettative. Può essere un elemento in partenza?
Ho parlato con il suo agente, confermandogli il giudizio positivo su un ragazzo d’oro e un professionista esemplare. E’ anche vero che a volte, di fronte a richieste tecniche diverse da quelle del passato, si possono incontrare delle difficoltà. Se vuole trovare maggiore continuità d’impiego altrove, proverò ad accontentarlo.

Nel reparto c’è anche Masetti, rientrato dopo l’intervento al ginocchio e in scadenza nel 2025. E’ un giocatore su cui l’Arezzo vuole ancora fare affidamento?
Masetti adesso sta bene al cento per cento. L’Arezzo ha un’opzione per prolungare di un anno il suo contratto, da esercitare entro il 31 dicembre. Stiamo valutando come muoverci, in queste ore parlerò con il suo procuratore e prenderemo la decisione migliore per il ragazzo. A oggi non mi sento di escludere nessuna ipotesi per lui.
Zona, tesserato ma fuori lista, verrà ceduto?
L’obiettivo è quello perché merita di giocare e di tornare a vivere lo spogliatoio da protagonista. Ci sono in piedi più opzioni, sia in C che in D. Il mio intento è trovargli una squadra.
In attacco, se arrivasse un nuovo centravanti, Gucci potrebbe lasciare l’Arezzo?
Mi sono già confrontato con il suo entourage con la massima trasparenza. Niccolò va in scadenza a giugno, potrebbe trasferirsi in un club in grado di garantirgli un maggior minutaggio e un allungamento. Quindi sì, lavoriamo in uscita.

Easton Ongaro, punta del Novara, classe 1998, può essere un obiettivo dell’Arezzo?
Può essere, è un giocatore che mi piace. A dispetto della stazza, sa legare i reparti, attaccare la profondità, ha un bel sinistro. Ma non è l’unico nome che stiamo seguendo.
E Gaddini?
E’ un nostro patrimonio, crediamo molto in lui e nelle sue doti. Dobbiamo solo capire, e lo faremo tutti insieme, se per il suo futuro è preferibile rimanere ad Arezzo, in un reparto dove c’è tanta concorrenza di qualità, oppure spostarsi altrove, magari a titolo temporaneo.
Bigi e Fiore, un 2005 e un 2004, finora hanno avuto pochissimo spazio. Loro sono in partenza?
Fiore probabilmente sì. Bigi vorrei tenerlo, ha fatto passi da gigante in questi mesi, può ritagliarsi uno spazio più ampio nel girone di ritorno.
E’ ipotizzabile un Arezzo senza Settembrini nella seconda parte di stagione?
Per quanto mi riguarda, no. Settembrini è il capitano, un giocatore fondamentale per lo spogliatoio. Il mister finora ha fatto delle scelte tecniche precise ma non ho alcun segnale di mercato su di lui.

Trombini è il giocatore dal rendimento più alto. Quale sarà il suo futuro?
E’ sotto contratto fino al 2026 e vorremmo blindarlo, stiamo parlando per adeguare scadenza e ingaggio. Stessa cosa con Chiosa e con Santoro.
Con Ciccio Caputo, che ha scelto di giocare in Kings League, vi siete sentiti?
Ci siamo fatti gli auguri pochi giorni fa, mi aveva anticipato che gli era arrivata questa offerta interessante. Credo abbia fatto una scelta giusta. Nessun rimpianto per noi, il suo nome resterà una bella suggestione.
In società ci sono mai stati dubbi sulla guida tecnica di Troise?
Mai. Sono contento di lui e dello staff: non ho mai visto un calo d’entusiasmo o un eccessivo nervosismo, nemmeno quando le cose andavano così così. Troise è molto preparato, rappresenta un profilo di valore e i toni del confronto tra di noi sono sempre rimasti gli stessi, sereni e costruttivi. E’ un gran lavoratore, il gruppo lo segue.
Il ritiro imposto da Manzo, la contestazione dei tifosi, sono serviti o la squadra si sarebbe ripresa comunque?
Ho sempre detto che il nostro è un gruppo sano e lo ribadisco. Penso che nel calcio, certe volte, la parola del presidente o i toni forti della curva possano servire a dare una scossa salutare. E’ ciò che è successo a noi.
Considerando i 35 punti in classifica e l’equilibrio che c’è nel girone, le ambizioni dell’Arezzo sono destinate a lievitare per il girone di ritorno?
No, l’errore più grande sarebbe staccare i piedi da terra. Alzare troppo l’asticella non è giusto: siamo consapevoli che le difficoltà non mancheranno nei prossimi mesi e dovremo tenerne conto. Di sicuro vogliamo migliorarci senza porci limiti.