Il difensore giramondo, 29 anni, ha giocato in Inghilterra, Scozia, Belgio, Olanda e Svizzera: “Esperienze formative che mi aiuteranno. Il capitano? Odioso da avversario, ora ho scoperto un ragazzo eccezionale”
Classe 1995, originario di Alghero, è cresciuto nel settore giovanile del Cagliari, con cui ha collezionato 6 apparizioni in serie A all’inizio della carriera. Dario Del Fabro, difensore centrale, è stato presentato stamani dall’Arezzo. Per lui contratto biennale al termine di una complessa trattativa con l’Yverdon, club del massimo campionato svizzero con cui era vincolato fino al 2026.
Considerato un grande talento quando era un ragazzino, ha mantenuto solo in parte le promesse, anche se il curriculum è di buon livello: “Ma non ho rimpianti – ha detto stamani in conferenza stampa. Forse potevo fare meglio ma poteva andarmi anche peggio. Io ho dato sempre tutto quello che avevo e sono soddisfatto del mio percorso. Adesso Arezzo rappresenta una tappa importante”.
Alto un metro e 90, di piede destro, la sua annata migliore l’ha vissuta a Pisa, in serie B, nel 2016/17: 34 presenze tutte da titolare con Gattuso in panchina (“uno degli allenatori più bravi che ho avuto insieme a Lopez del Cagliari”). Nel cv anche Cittadella e tante esperienze all’estero: in Inghilterra con il Leeds United, in Scozia con il Kilmarnock, in Olanda con il Den Haag, in Belgio con il Seraing. Con l’Yverdon un anno fa ha collezionato 31 presenze.
“Mi ritengo il classico centrale, mi piace giocare di fisico in tutti i ruoli del reparto. Sono stato impiegato nella linea a quattro e con la difesa a tre, mi so adattare senza problemi. Vengo ad Arezzo con grandi motivazioni: questa è una piazza calorosa, con un bel pubblico, e la società ha ambizioni importanti. La serie C l’ho solo sfiorata con la Juventus under 23, prevedo un campionato competitivo, equilibrato, in cui i dettagli faranno la differenza. Le esperienze fuori dall’Italia mi aiuteranno: ho potuto giocare in palcoscenici prestigiosi e questo mi ha fatto crescere. In Inghilterra e in Scozia ho vissuto le parentesi più formative, mentre quella in Olanda me la sono potuta godere poco perché era il periodo della pandemia. Sono in amaranto da pochi giorni ma ho trovato un bel gruppo, affiatato. Chiosa era stato mio compagno di squadra a Novara in B, Settembrini invece lo conoscevo solo per averci giocato contro. E da avversario era proprio odioso, gliel’ho detto scherzandoci su. Invece ho scoperto un ragazzo eccezionale”.